venerdì 25 aprile 2008

INTERVISTA A SIMONE PEDRONI

Dal blog del centro culturale di Lugano ho preso questa bella intervista.
Ringrazio anche il giornale del popolo che l'ha pubblicata.
E' un'intervista a Simone Pedroni che in un concerto riesce a comunicare come una "lectio divina""la musica dice e' un mezzo per comunicare la Bellezza"
Suonando “Quadri di un’esposizione” di Mussorgski dice «Un’opera che mi coinvolge come uomo, come artista e come credente»

di ENRICO PAROLA

«Più che un concerto è quasi una lectio divina ». L’affermazione può suonare strana, pensando che il brano in programma non è una Messa di Mozart o una Passione di Bach, ma i Quadri di un’esposizionedi Mussorgski. Ospite del Centro Culturale di Lugano, li suonerà mercoledì 23 al Nuovostudiofoce Simone Pedroni, uno dei pianisti italiani di maggior fama internazionale: è artista residente alla Verdi, e gira il mondo per suonare in recital o con le maggiori orchestre, concedendosi però due divagazioni: le lezioni-concerto sui Quadri e sulle Variazioni Goldberg
di Bach, in cui prima spiega i brani alternando le parole ad esempi musicali, quindi li esegue integralmente. «È una cosa strana, lo faccio solo con queste due opere perché lì, da loro, mi ha portato la vita: mi coinvolgono come uomo, come artista e come credente».



Che cosa centra la fede con la musica? Faccio una premessa: la musica è sempre la stessa, siamo noi che cambiamo. Io sono nato dentro una tradizione cattolica, mi sono anche sposato in chiesa, ma la fede era come schizofrenica, non centrava con le cose che facevo: la cosa che mi interessava di più era la musica.

Beh, è una cosa normale per un musicista. Purtroppo capita spesso, ma non dovrebbe esserlo. La musica è un mezzo per comunicare una bellezza, non un fine. Chi la vive come un fine ne diventa schiavo: gli americano la chiamano «pressure», dipende tutto da come suoni in una certa serata, c’è l’ansia da perfezione. Ma l’uomo è imperfetto per natura: ricorda Cortot o Horowitz? Ne facevano di errori, ma che bellezza si sprigionava sotto le loro dita!

Dunque non le interessa sbagliare? Cerco di non farlo, e studio molto in questo senso. Ma alla fine mi metto in braccio a Cristo. E non è il sollievo di chi vuole fuggire la pressione: l’applauso del pubblico fa piacere, ovvio, ma vuole mettere la gioia di condividerlo con Chi è l’origine e il senso di quella bellezza?
Parlava di un cambiamento. Attorno al 1996, avevo ventotto anni. Da lì il cristianesimo è divenuto un camminare con accanto non più una filosofia ma una realtà oggettiva che Lui ha scelto per comunicarsi, una persona. Da lì, tra l’altro, la musica è divenuta da fine a mezzo, anche per comunicare la mia fede.
Ha detto: «La musica è la stessa, siamo noi che cambiamo».

Cambia anche il modo di suonarla?

Innanzitutto cambia il modo di capirla, e quindi anche quello di suonarla. Ho portato i Quadri di un’esposizione al diploma, avevo diciott’anni; quel brano mi aveva folgorato fin da subito, avevo intuito che dietro, dentro le note c’era qualcosa che ancora non capivo, ma che mi affascinava. La maturazione come uomo, come cristiano, mi ha reso chiaro che la domanda fondamentale che mi suscitavano i Quadri era una domanda di senso, di che senso avesse per me la musica in generale e suonare quella musica in particolare, che poi era al fondo il senso della vita, perché in questo brano ha racchiuso tutto la vita dell’uomo e la sua storia universale.

Il tutto in una sola mezz’ora?

Sì. La musica ha un significato che va oltre chi l’ha scritta e oltre il motivo contingente che ne ha spinto la genesi; Mussorgski la compose per omaggiare il pittore Hartmann, raccontando la sua visita alla mostra dei quadri dell’amico. Ma la musica è incomparabilmente superiore ai titoli che appuntano ogni brano e ai quadri di Hartmann: è un brano simbolista che non ha precedenti né seguito nella storia musicale, in cui viene descritta la vita dell’uomo dalla nascita alla morte.

Perché la considera una «lectio divina»?

Perché guardando ancora più a fondo, si può vedere che in realtà Mussorsgki raccontando dell’uomo sta descrivendo la storia della sua redenzione: la Promenade
con cui si apre è l’uomo creato senza peccato e senza imperfezioni; lo Gnomoè la caduta, e il finale è la morte, ma una morte che avviene nella luce dell’abbraccio di Cristo. Per questo ho intitolato questa serata I Quadri di un’esposizione di Mussorsgki e la storia della salvezza.

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