lunedì 7 aprile 2008

COLPIRNE UNO PER INTIMIDIRE TUTTI QUELLI CHE DISSENTONO SULL'ABORTO

Che tristezza! Senza lotta !Colpire gente che non si difende!
Colpire persone che stanno gridando che ogni uomo ha la sua dignita'!
Colpire persone che accolgono la vita in tutti i suoi aspetti!
Chissa' come saranno rientrati a casa questi lanciatori?
Saranno stati fieri?
Gli agnelli non hanno reagito,e probabilmente molti vedendo l'accaduto cominceranno a pensare che forse val la pena difendere i valori.
Forse l'appello di don Giussani "e' necessaria una educazione del popolo"viene prima della dispersione di voti.
Il Regno non e' su questa terra.
Mi direte che anche gli altri partiti vogliono la difesa della vita e che non usano questa bandiera per farsi strada.
Se questa bandiera garantisse la poltrona sono certa che tutti cercherebbero di afferrarla!
Siamo un popolo allo sfascio e tutti sono certi che Ferrara non riuscira' cosi' lo approvano ma non lo sostengono.
Voglio dare il mio voto alla sua lista anche se tutti dicono che lo sprechero' che daro' la possibilita' ad altri di usarlo.
Non mi interessa ,cambiare mentalita' viene prima della vittoria.
Voglio per i miei nipoti un mondo che comunichi valori ,certezze.
Cristo e' vittorioso gia' ora da duemila anni nessuno e' riuscito a spegnere la SUA PRESENZA.
Temiamo che la dispersione dei voti possa farlo?
Io non credo LUI e' vincitore e noi abbiamo il dovere di testimoniare i suoi insegnamenti.

"Dal vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non temete gli uomini, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli".

Le ripetute violente contestazioni a giuliano Ferrara • Ciò che sfugge a certi «democratici» è il discrimine tra il non essere d'accordo e il picchiare • E in certe contestazioni riaffiora qualcosa che si sperava superatodi Marina Corradi

Tratto da Avvenire del 5 aprile 2008

Anche a Pesaro i centri sociali all’attacco del comizio di Giuliano Ferrara. Non essendo i manifestanti riusciti a srotolare sul palco il loro striscione di protesta hanno emesso un comunicato : gravissimo ed intollerabile che un paese che si definisce democratico non ammetta il diritto a manifestare dissenso verso una lista 'fascista e medioevale'. E noi che ci eravamo abituati alla monotonia di questa campagna di grigie polemiche e prevedibili contumelie vediamo, da Bologna a Pesaro, scendere in campo la variabile del lancio di sassi e sedie contro la lista pro-life.

Qualcosa, sia pure esecrabile, di nuovo sotto il sole di questo aprile? No, qualcosa invece di antico, anzi di vetusto. Lo diciamo per chi ha meno di quarant’anni, e non c’era negli anni del 'fascista!' urlato nelle scuole, nelle università a chiunque non era in linea con il Verbo Unico Collettivo. Quante volte, al liceo, porte sprangate da picchetti di studenti col pugno alzato. Sul polso, appena sotto quel saluto proletario, si poteva notare il luccichio dei Rolex, giacchè in quella scuola borghese i proletari in verità non li avevano mai visti. Tuttavia, quei ragazzi avevano ben chiara una nozione: tutti quelli che non stavano con loro, eran 'fascisti'. I 'fascisti', ovviamente, non avevano diritto di parola, sicché non si sapeva cosa realmente pensassero, né se, poi, fascisti eran davvero. Ma già domandarsi cosa realmente dicessero i reietti, era chiaro segno di fascismo. Quindi, quando c’erano i picchetti, era meglio lasciar stare. (Al venerdì però i picchetti finivano presto, perché i compagni dovevano andare a sciare).

Dunque, la folata di uova e pietre di Bologna ha un gusto vecchio, da anni Settanta, di parole brandite come clave senza sapere cosa significano. Di insulti urlati per stare da una immaginaria parte giusta, senza ascoltare cosa dice il 'nemico', giacchè si è certi di saper già tutto di lui e delle sue ignobili ragioni. Quel saper tutto a priori che non guarda in faccia e non sta a ascoltare ­urla, soltanto, perché l’altro non possa parlare. Poi lancia: pomodori per disprezzo, pietre per fare male - nell’astio viscerale, la differenza si fa sottile. A volte, insidiosamente e rapidamente inafferrabile.

La cifra anni Settanta che ritorna con il suo inconfondibile odore a Bologna è quella di un’ideologia cieca.

Conforta, certo, che tutti, da Cofferati a Bertinotti, abbiano espresso solidarietà a Ferrara. Benché poi i dirigenti del Prc da quella solidarietà abbiano preso le distanze.

Benché la capogruppo dei Verdi-Pdci al Senato abbia esortato alle uova contro i pro­life in tutte le piazze d’Italia. Certi vizi, si sa, sono difficili da perdere. E così nella lotta di popolo 'in difesa delle donne' la candidata Matilde Leonardi, medico specialista in disabilità infantile, se ne è andata da Bologna con una costola incrinata, ed è andata ancora bene. E’ quel discrimine fondamentale fra il non essere d’accordo e il picchiare, ciò che ancora una volta sfugge a certi sinceri democratici.

L’ex sessantottino Ferrara dopo Bologna ha commentato: 'Certe cose, noi le facevamo contro Almirante'. C’è tutta una storia, nel viaggio di quest’uomo che da ragazzo gridava come i suoi coetanei 'fascista!' agli avversari fino a quel palco emiliano dove ragiona sulla disumanità dell’aborto. Ma la metamorfosi del compagno di un tempo non sfiora i ragazzi delle uova, anzi, è per loro soltanto 'tradimento'. La storia, è vero, ricomincia a ogni generazione. Ma nemmeno la questione fondante: lascia parlare l’avversario, non toccarlo, neanche questa volta è passata. Di nuovo quel boato di fischi e insulti, ad annientare le ragioni altrui. E le tasche piene di sassi. Qualcuno poi, dal Parlamento, a esortare: di nuovo.

E quarant’anni dopo gridano ancora: 'Fascisti!' Come un virus endemico che ritorna in un organismo debole. In quest’Italia che ai figli non ha detto abbastanza delle illusioni fallite dei padri.


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